Trattamenti Laser
I Laser sono apparecchiature in grado di emettere un fascio di radiazioni elettromagnetiche collimate e coerenti di diverse lunghezze d'onda. Esistono diversi tipi di laser (CO2, Nd Yag, Erbium, ecc) che presentano ciascuno una specificità di impiego. I laser più impiegati in chirurgia dermatologica sono i laser a CO2 ed i laser a Erbium che agiscono inducendo una vaporizzazione controllata dei tessuti con un ottimo risparmio dei tessuti sani circostanti e sottostanti. ,
Le aree trattate guariscono spontaneamente con terapie topiche. Gli esiti cicatriziali sono estremamente contenuti rispetto agli esiti che conseguivano ad esempio una asportazione mediante diatermocoagulazione.
Le indicazioni ad un trattamento laser sono principalmente rappresentate dalla asportazione di lesioni benigne della cute di cui non occorre effettuare un esame istologico completo, macchie cutanee, esiti di acne, alcuni tipi di smagliature (laser frazionato, vedi foto), invecchiamento cutaneo del volto (laser ad erbium, frazionato), rughe sottili perioculari (laser ad erbium).
L'azione del laser si ottiene attraverso l'asportazione selettiva degli strati superficiali dell'epidermide e del derma. La profondità del trattamento dipende dalla potenza applicata e dal numero dei passaggi eseguiti sulla cute. La scelta dipende dal tipo di lesioni da trattare e dalla disponibilità dei pazienti ad affrontare una convalescenza più o meno prolungata. Il laser ad Erbium è un laser squisitamente ablativo con una minima capacità di surriscaldare i tessuti circostanti alle aree trattate mentre il laser a CO2 possiede la capacità di surriscaldare i tessuti profondi e questa azione viene sfruttata per ottenere un certo effetto lifting dei tessuti che però comporta degli arrossamenti molto prolungati.
Le principali complicanze possibili dei trattamenti laser sono rappresentati dalle discromie (macchie) dovute ad una guarigione della cute in modo cromaticamente disomogeneo. Per ridurre questi rischi in alcuni casi si adottano terapie topiche profilattiche per 3-4 settimane prima dei trattamenti che consentono di schiarire la cute e di ridurre le sue capacità di iperpigmentarsi. I trattamenti laser sono assolutamente controindicati in pazienti con un fototipo scuro in quanto le discromie chiare che possono provocare sono pressochè impossibili da correggere farmacologicamente.
I trattamenti laser vengono solitamente eseguiti in anestesia locale che può essere applicata localmente per via topica oppure per via infiltrativa. I trattamenti laser tradizionali comportano una disepitelizzazione cutanea controllata di profondità variabile che guarisce spontaneamente con terapie topiche in circa 7-14 giorni. Ai trattamenti possono residuare delle aree iperemiche (arrossamenti) che tendono progressivamente a scomparire. In questa fase devono essere evitate le esposizioni solari senza l'impiego di protezioni solari totali. I trattamenti con laser frazionati possono comportare invece delle piccole croste superficiali che si distaccano dopo circa 7-10 giorni a seconda della sede corporea.
Le terapie postoperatorie consistono solitamente nella applicazione locale di antibiotici in crema per tutta la durata della guarigione delle aree trattate seguita dall'impiego di protezioni solari per altri tre mesi.
Un discorso a parte meritano i laser utilizzati per la asportazione dei tatuaggi. Questi laser sono particolari apparecchiature (Laser Q-switched) in grado di emettere impulsi estremamente brevi e di lunghezza d'onda specifiche per ogni colore da cancellare.
Questi laser consentono, con un numero non sempre prevedibile di trattamenti e comunque di solito compreso tra 5 e 12 sedute, di rimuovere i pigmenti dermici dei tatuaggi con nulli o minimi esiti cicatriziali.
I trattamenti, effettuati previa applicazione di anestesie topiche, possono provocare delle escoriazioni superficiali che richiedono 7-14 giorni per una completa riepitelizzazione e che richiedono per tale periodo la applicazione di una crema antibiotica.